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Cecilia Alemani: tutto quello che c’è da sapere
Cresciuta a pane e musei, è stata inserita nella lista delle personalità più influenti dell’arte stilata da Art Review e prima donna italiana incaricata di curare la Biennale Arte di Venezia: state per scoprire tutto quello che c’è da sapere su Cecilia Alemani.
“Meno del 5% degli artisti della sezione di Arte Moderna sono donne, ma più dell’85% dei nudi sono femminili”
Il gruppo di artiste Guerrilla Girls, con l’opera provocatoria “Do women have to be naked to get into the Met Musem?” nel 1989 riempiva gli spazi pubblicitari di New York, dando vita a una vera a propria bufera mediatica. Da trent’anni a questa parte, le donne hanno varcato la soglia dei musei sempre in maniera più consistente e presente (e per fortuna): autorevoli, preparate, brillanti e propositive.
Alla direzione di importanti istituzioni o nel ruolo di curatrici indipendenti, le storie di queste figure meritano di essere raccontate e, con loro, quel retrogusto di amore e lotta che permane dopo la realizzazione di ogni piccola o grande conquista.
Magazzeno Art Gallery, vi presenta Cecilia Alemani.
Indice dei contenuti
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Formazione e vita di Cecilia Alemani
Milanese, classe 1977, Cecilia Alemani è una di quelle donne che dovremmo tutti guardare con veneranda ammirazione. Cresce nel mondo dell’arte, grazie al supporto di tutta la sua famiglia (inoltre, il prozio era Lodovico Barbiano di Belgiojoso, progettista della Torre Velasca di Milano), si laurea in filosofia estetica a Milano, in Erasmus a Parigi, poi un corso al Tate Modern a Londra.
Decide nel 2003 di iniziare un master al Bard College a New York, dove si trasferirà definitivamente e dove tuttora convive con il marito Massimiliano Gioni (direttore della Biennale di Gwanju nel 2010, della Biennale di Venezia nel 2013, capo della Fondazione Trussardi a Milano e direttore del New Museum) e il figlio Giacomo.
High Line Art e Art Review
È la prima under 40 ad aver ottenuto nel 2011 la carica di direttrice artistica dell’High Line Art di New York, un parco urbano sopraelevato su un’ex ferrovia, una passeggiata costruita sul percorso in disuso fatto di binari dismessi ai bordi dell’Hudson, sviluppatosi tra le architetture dei quartieri Chelsea e Meatpacking District: un paesaggio urbano unico che gode di una folta vegetazione e una vista spettacolare.
Da tempo inserita nella lista delle personalità più influenti dell’arte stilata da Art Review: nel 2017 si piazza direttamente al settantottesimo posto come New Entry nella classifica dei Power 100, le personalità più influenti nel mondo dell’arte.
Curatrice responsabile di numerose mostre alla galleria Giò Marconi (Milano), MoMa PS1, Artist Space, Performa 2011, di Frieze Projects dal 2012 al 2017, lavora al progetto Bloomberg, Art in General e moltissimi altri.
Ha lavorato, inoltre, con molti degli artisti più importanti della scena contemporanea, da Olafur Eliasson a Barbara Kruger, da John Baldessari a Paola Pivi, Ed Ruscha, Nari Ward e Adrián Villar Rojas.
Padiglione Italia e Art Basel
Curatrice del Padiglione Italia alla Biennale del 2017, realizza “Il Mondo Magico” di Adelita Husni-Bey, Giorgio Andreotta Calò e Roberto Cuoghi. Per la prima volta decide di presentare solo tre artisti, che suscitarono un grandissimo successo.
Nel 2018 cura la direzione artistica della prima edizione della sezione Cities di Art Basel a Buenos Aires, progetto che si propone di valorizzare quelle città che solitamente non sono presenti nel “percorso classico” del collezionista di arte contemporanea.
Realizza Hopscotch (traduzione inglese del gioco “campana” e titolo di un famoso romanzo di Julio Cortàzar), un collettivo a più livelli di mostre e artisti (diciotto, soprattutto argentini) singolari ma collegati tra loro, diluito in un intero anno di sculture site-specific, performance e installazioni in tre quartieri distinti della città.
Come nel romanzo di Cortàzar, che si può leggere saltando da un capitolo all’altro, l’Alemani realizza un percorso libero, con tappe interscambiabili, che permettano di scoprire nuovi angoli della città, creando un nesso molto forte tra arte e contesto ospitante.
Cecilia Alemani sarà la direttrice della 59esima Biennale Arte
Finalmente sarà alla conduzione dell’intera manifestazione del Settore Arti Visive del 2021 alla 59.Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia: sarà la prima donna italiana a curare una Biennale Arte.
Si ripromette di dare voce ad artist* che realizzino progetti unici, che riflettano le loro visioni e la nostra società: un impegno sicuramente coraggioso e innovativo, essendo Cecilia Alemani da sempre attenta alla ricerca degli artisti e alla promozione dell’arte al femminile. Il ministro della Cultura Franceschini, che nel 2017 la volle alla guida del Padiglione Italiano, si espone come garante, ancor prima di vederne i risultati:
"Il suo sarà certamente un progetto innovativo e coraggioso"
Pareti bianche a Milano
Quando può, Cecilia Alemani torna a Milano nel vecchio appartamento di famiglia in Corso Buenos Aires: arredato con pezzi Memphis, Charlotte Perriand, Le Corbusier, Zanuso, ma molto spoglio, rispetto a ciò che ci si sarebbe aspettato (a questo link potete dare un’occhiata al suo arredamento). In un’intervista al Corriere Living confida il perchè:
"Guardiamo arte tutto il giorno per mestiere.
Per rilassarsi qualcuno medita, altri fanno yoga.
A noi piace guardare le pareti bianche"
Dopo le ultime edizioni della Biennale Arte curate da Ralph Rugoff e Christine Macel, siamo in trepidante attesa di conoscere il risultato (ma anche gli sviluppi) di quella che sarà l’Esposizione Internazionale d’Arte diretta da Cecilia Alemani, per la quale nutriamo grandissima stima e altrettanto rispetto, e che siamo sicuri ci riserverà tantissime sorprese.
Conclusioni
E voi, cosa ne pensate? Conoscevate già la direttrice Cecilia Alemani? Che sorprese ci riserverà nella prossima edizione della Biennale Arte di Venezia? Commentate e condividete per darci modo di conoscere le vostre opinioni!
Sperando di avere offerto interessanti informazioni in merito a questa strepitosa curatrice, restiamo in attesa di commenti e suggerimenti. Come sempre siamo a disposizione per aggiornare e migliorare il nostro articolo attraverso i vostri preziosi consigli.
Per qualsiasi informazione o potenziale collaborazione, potete scriverci al seguente indirizzo email: info@magazzeno.eu
Rimanete aggiornati anche sulle nostre pagine facebook e instagram!
Alla prossima!
One reply to “Cecilia Alemani: tutto quello che c’è da sapere”
Giuliana Natali
Se Cecilia Alemani è veramente una curatrice coraggiosa e innovativa, con l’esperienza che si ritrova, nonostante la giovane età, mi aspetterei da lei una Biennale soprattutto Italiana e soprattutto Femminile. Ma non penso alle solite artiste che ormai tutti conoscono in quanto, o l’una o l’altra sono sempre invitate. Penso a tutte quelle artiste che, nonostante lavorino da almeno trent’anni, nessuno conosce. Perché nessuno ha mai aperto a loro le porte. Perché vivono un po’ troppo isolate e perché non hanno avuto il piacere di conoscere persone influenti. Se tutto va bene si accorgeranno di loro dopo la morte, vedi Maria Lai . Io lavoro dagli anni Ottanta. Non ho mai smesso. Quest’anno compirò 69 anni. Ho fatto un discreto numero di mostre, molte in spazi pubblici. L’ ultima in Palazzo Ducale di Mantova dopo di ché sono rimasta bloccata dal coronavirus.
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